Alfonso Pompella
Titoli dell'autore
Τὰ Μεθ᾽ Ὅμηρον - Le Postomeriche
La presa di Troia - Testo greco a fronte
di Quinto Smirneo
editore: Pisa University Press
pagine: 644
Il poema Τὰ Μεθ´ Ὃμερον (LE POSTOMERICHE, ossia Le vicende successive ad Omero), meno noto di altre opere dedicate alle vicende della guerra di Troia, riferisce gli eventi successivi alla morte diEttore – con la quale si conclude l’Iliade – fi no alla partenza dei Greci dopo la distruzione della città, e rappresenta dunque un ideale raccordo narrativo tra l’Iliade e l’Odissea. Con i due poemi omerici “Le Postomeriche” si pone in eff etti quasi alla pari: sia per l’uso dello stesso idioma di Omero, sostanzialmente ionico, sia per gli aspetti di notevolissima qualità letteraria che esso possiede. Poco o nulla si conosce dell’autore, Quinto Smirneo; numerosi indizi consentono tuttavia di collocarlo alla corte imperiale di Roma, a cavallo tra il III e il IV secolo d.C. Vede la luce con questo volume l’ultima opera, rimasta inedita al momento della sua scomparsa, di Giuseppe Pompella, lo studioso italiano che tanta parte della sua attività di fi lologo dedicò a quest’opera. Nella presente edizione defi nitiva egli intese riunificare le sue precedenti traduzioni parziali, migliorando nel contempo la leggibilità del testo mediante una sostanziale revisione del lessico e del ritmo del verso e l’aggiunta di un agile apparato di note a pié di pagina, queste ultime di fatto indispensabili per poter cogliere appieno il gran numero di riferimenti mitologici, geografi ci ed astronomici di cui il poema è interamente costellato.
Leggenda Dantesca
di Charents Eghishe
editore: Pisa University Press
pagine: 76
Cadevano a mille, fi le su fi le / ringhiando simili a bestie feroci.
Ma schiere copiose, dense e infi nite / si riversavano verso di noi…
… E cadevano imperdibili amici. / E ci chiamavano un’ultima volta…
Autunno 1915, alture intorno al grande lago Van nell’Anatolia orientale. Un corpo di volontari armeni si fa incontro alle colonne curde scagliate dagli ottomani alla caccia delle popolazioni armene, nel tentativo disperato di arrestarne l’avanzata. Tra di essi il giovanissimo Çharents, colmo di entusiasmo e di ideali destinati ad infrangersi sul campo di battaglia. Da quella tragica esperienza scaturisce l’anno seguente la Leggenda Dantesca, un poema epico e desolato che esplicitamente nel titolo allude all’Inferno di Dante. Una testimonianza diretta e crudissima delle devastazioni e degli eccidi di cento anni fa che portarono all’Olocausto Armeno, la prima campagna di sterminio su larga scala del ’900. Quello che gli Armeni di oggi chiamano Metz Yeghern (ՄեծԵղեռն, il Grande Male).
Prefazione e traduzione italiana di Alfonso Pompella con Anush Torunyan.
Introduzione di Stefano Garzonio.








