Approfondendo il lavoro di un gruppo di artisti, l’autrice ritrova un filo conduttore del rinnovamento radicale di questo soggetto nella fedeltà che ciascuno ha verso la grande tradizione. Un legame costituito non tanto dalla ripresa formale, quanto piuttosto dall’appropriazione dei processi mentali vitali che hanno determinato, e continuano a determinare, le forme. Cambiano le pratiche, le tecnologie e i linguaggi, e anche l’artista cambia il modo di guardare a se stesso come soggetto-oggetto di riflessione, soprattutto dopo la dissoluzione della rappresentazione, ampiamente consumatasi nel corso degli ultimi due secoli.
Biografia dell'autore
Laura Vecere
Laura Vecere, storica dell’arte e curatrice, ha insegnato presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha collaborato con Il giornale dell’arte e altre riviste specializzate. È autrice di: Le evidenze della ragione e Osservazioni sul pensiero architettonico del’700 (1991), Dopoaesaggio. Figure e misure dal giardino.-vol.I e vol. II (1996-1998); Dopopaesaggio, spazio sociale e ambiente naturale nell’arte contemporanea, (2006), e dei volumi monografici Nagasawa, Il giardino della casa da tè ( 2001) e Marco Bagnoli, Quincunx, (2002). Ha curato varie mostre d’arte contemporanea presso spazi pubblici e privati tra cui ricordiamo: Il formaggio e i vermi, insieme a Marco Scotini, presso Palazzo Casali, Cortona (1996); Dopopaesaggio (1996 – 2006); Some fields and strings, (2003), Diafano (2003) e 42 gradi, ( 2004), presso il Museo Marino Marini di Firenze