La celebre performance del 1965 nella quale Beuys racconta la storia dell’arte a una lepre morta che tiene amorosamente in braccio; l’altra, dieci anni dopo, dove Marina Abramovic si offre a un pubblico autorizzato a fare di lei ciò che vorrà. E poi i mucchi di caramelle di Gonzalez-Torres, pari al peso del corpo dell’artista, a disposizione di chiunque e le grandiose feste urbane di un meno noto artista fiorentino, Mariotti. E ancora, Alfred Jaar che raccoglie fondi per associazioni benefiche, Garutti che installa invece montagne di semi per gli uccelli o Zhang Huan che come un Buddha pietoso offre il proprio corpo agli insetti. E’ questo, insieme ai tantissimi altri casi, il materiale – corpo vivo di un preciso modo di operare - che permette all’autore di riconsiderare nell’ottica nuova del dono alcune pratiche dell’arte contemporanea. Gesto costitutivo di un legame e quindi di una comunità, il dono permette infatti di riunire atteggiamenti spesso separati di questo agire: relazionalità, impegno sociale e ambientale, gioco, festa e partecipazione al sistema di scambio della rete. Ma permette anche di stabilire, in un confronto serrato tra arte, filosofia e antropologia, inedite connessioni tra l’artista e il filosofo; due figure che proprio all’interno di questa comunità ideale, sfuggente per parodia o opposizione alle logiche del modo senza grazia dell’utilitarismo, trovano spazio.
Con una Postfazione di Sergio Givone
Biografia dell'autore
Gianni Pozzi
Insegna Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. A partire dall’organizzazione del ciclo di mostre Made in Florence (1983 – 1986) alla più recente rassegna Start point, porta avanti da sempre pratica curatoriale e una riflessione sull’arte contemporanea incentrata sulla sua percezione e il suo insegnamento. Si è occupato di critica d’arte ma anche di politica culturale per giornali e riviste, da “Le Arti News” a “Paese Sera”, dove ha collaborato a lungo con F. Menna; da “L’Unità” a “Italia Oggi” a “Il Sole 24 Ore”. Con L. Pistoi e S. Ficara ha partecipato alla realizzazione della rassegna La Più bella Galleria d’Italia ( 1990 – 1994) e per il Museo Marino Marini ha curato la mostra I corpi incantati.l’eros, il desiderio e l’assenza nella pittura di Piero Nincheri (2002); per l’Accademia di Firenze il convegno Formazione, conservazione e comunicazione dell’arte (2007). Ha pubblicato studi sui falsi Modigliani ( Teste a sorpresa, 1989 ), su Andrea Pazienza ( 1991 ), Schiele ( 1996 ) e Chagall (1997); una collana di cataloghi / conversazioni con artisti (da Salvo a Gilardi, Accardi o Pozzati, G. Chiari, Ontani ) tra il 1994 e il 1999, mentre, più recentemente, ha collaborato a alcune esposizione nel Giardino di Boboli a Firenze ( Ivan Theimer, 2008 e Roberto Barni, 2009 ).