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Saggi e studi

Note di storia sindacale

Una traccia di lettura

di Alessandro Volpi

editore: Pisa University Press

pagine: 202

Q uesto lavoro costituisce una sintesi, dalle chiare finalità didattiche, della storia sindacale di alcuni Paesi con una particolare attenzione riservata al caso italiano, di cui si ripercorrono le vicende dall’Ottocento agli anni Novanta del Novecento. Il duplice obiettivo è quello di consentire sia uno sguardo di insieme delle varie esperienze sia di mettere a fuoco gli elementi comuni e le differenze che sono emersi nelle diverse fasi storiche. In questa prospettiva un posto di rilievo assumono alcuni momenti cruciali come gli inizi del XX secolo, il “biennio rosso”, gli anni Trenta e le fratture che hanno caratterizzato il secondo dopoguerra.
18,00

Le miniere toscane nel secondo dopoguerra

Sviluppo, declino e degrado ambientale

di Riccardo Mazzanti

editore: Pisa University Press

pagine: 298

Nel secondo dopoguerra, in coincidenza col boom economico nazionale, la Toscana giunse ad occupare i primi posti fra le regioni italiane per numero di miniere in attività, per quantità estratte e per numero di addetti, tanto da giocare un ruolo economico rilevante non solo a livello locale, ma addirittura mondiale. Ancora nei primi anni Settanta le prospettive di continuità e crescita del settore apparivano rosee, ma il progressivo esaurimento dei giacimenti, spesso sottoposti ad uno sfruttamento a fini meramente speculativi, e la crescente concorrenza delle produzioni estere portò in breve tempo al pressoché totale azzeramento dell’attività mineraria regionale: dei precedenti successi rimasero soltanto ruderi fatiscenti ed un preoccupante stato di degrado del contesto ambientale, che ancora oggi segnano il territorio. La terza parte del volume è interamente dedicata alla necessità di procedere alla rinaturalizzazione delle aree minerarie dismesse e ad un loro recupero produttivo in chiave essenzialmente turistica.
25,00

Ripensare la crisi

Opportunità e percezioni nelle trasformazioni storiche dall’antichità ad oggi

editore: Pisa University Press

pagine: 244

Il volume presenta i risultati dell’omonimo convegno.I contributi raccolti si concentrano su diversi ambiti di ricerca, seguendo linee di indagine diversificate, che permettono di analizzare il concetto di “crisi” nelle sue specifiche declinazioni regionali, cronologiche e culturali. In una prospettiva metodologica, essi vagliano quindi le residue potenzialità euristiche del concetto stesso, avvalendosi di nozioni alternative quali quella di “trasformazione”, e indagano le strategie messe in campo dagli uomini e dalle donne per far fronte ai cambiamenti del loro tempo. Il lavoro problematizza dunque un tema eterogeneo rendendo giustizia alla complessità dei fenomeni sussunti sotto la definizione di “crisi”.
24,00

Il fegato del Vescovo

Studi di confine sui confini della Lunigiana medievale

di Enrica Salvatori

editore: Pisa University Press

pagine: 302

Mettendo in discussione il concetto di regione storica, il volume individua le continue e complesse dinamiche di costruzione e superamento dei confini all’interno di uno spazio mai dotato di specifiche frontiere. Il testo tratta dell’invenzione della Lunigiana storica da parte della storiografia locale novecentesca, riesamina e recupera da punti di vista differenti i concetti e i fenomeni che hanno, nel tempo, riempito contenutisticamente l’idea di Lunigiana, compreso l’evento mitico della distruzione della città romana di Luni da parte dei Normanni e dei Saraceni, considerando la produzione storiografica e l’immaginario collettivo. Nell’ultima parte, l’autrice commenta i risultati di un questionario pubblico relativo alla percezione della storia e dei confini della Lunigiana nel presente. I dati di ricerca sono depositati in libero accesso, in ottemperanza ai principi FAIR.
20,00

Didattica della lingue e valutazione

Tra società, scuola e università

editore: Pisa University Press

pagine: 526

Nell’universo della didattica delle lingue la valutazione rappresenta uno dei nodi cruciali sia dal punto di vista teorico sia dal punto di vista applicativo, collocandosi al centro della riflessione sull’apprendimento e l’insegnamento delle lingue, tra società, formazione scolastica e formazione universitaria. Il presente volume affronta tale complessità attraverso quattro focalizzazioni che corrispondono ad altrettante sezioni: la prima è dedicata ai principali modelli e idee per la valutazione; la seconda verte sulla valutazione in contesti plurilinguistici e interculturali; la terza è incentrata sul tema del rapporto tra tecnologie e valutazione; la quarta, infine, è intitolata alla valutazione sommativa e ai contesti certificatori.
32,00

La musica non cambia

Tito Petralia e Vittorio Emanuele Bravetta, due autori popolari tra fascismo e repubblica

di Alessandro Volpi

editore: Pisa University Press

pagine: 120

Il tema della continuità nella storia italiana del Novecento è stato molto studiato, in particolare sono stati numerosi, e importanti, i lavori dedicati alla transizione dal fascismo alla Repubblica. Sono state relativamente poche invece le ricostruzioni che hanno avuto ad oggetto contesti specifici legati alla grande narrazione di massa, ai mass media e al fertilissimo mondo della canzone e della “letteratura commerciale”. Questo libro raccoglie le biografie di due personaggi, Tito Petralia e Vittorio Emanuele Bravetta, che incarnarono molto bene tale continuità avendo dato un contributo rilevante alla produzione diffusa di stereotipi destinati a passare dall’inizio del Novecento, al fascismo e alla Repubblica e a influenzare l’immaginario del nostro paese.
12,00

La pedagogia come territorio di confine interdisciplinare

editore: Pisa University Press

pagine: 158

L’interdisciplinarità si genera dalla continua ibridazione e contaminazione dei saperi; il saper essere passa dalla sperimentazione della teoria in atti e fatti che si incrociano giungendo da settori diversi, da territori altri di vita ed esperienza che a loro volta aprono e arricchiscono nuovi cantieri, anch’essi irradiati su più campi di interesse e di ricaduta, in un circuito a spirale costante. Volendo ragionare per metafora possiamo affermare che le discipline, se avvicinate, diventano interagenti e producono soluzioni e miscele altrimenti non immaginabili con la conoscenza della sola formula teorica. Sconfinamenti e migrazioni interdisciplinari, meticciamenti fra le competenze, che Edgar Morin felicemente definisce concubinaggi illegittimi, rappresentano la risorsa più importante affinché il processo di apprendimento sia significativo e produttore di cambiamenti permanenti generati da un ante, un post e soprattutto un durante nel quale la mediazione fra le competenze derivate dalle varie esperienze diventa la chiave per la risoluzione dei conflitti e per l’apertura verso la complessità cognitiva tipicamente umana. Questo il tema che il volume affronta attingendo da risorse e occasioni solo apparentemente diverse fra loro, in realtà intimamente interconnesse proprio dagli indissolubili legami interdisciplinari.
16,00

Esperienze al tempo del covid 19

Progetti di Vita. Storie di studenti con disabilità

Autori vari

editore: Pisa University Press

UniPi non si ferma… davanti a niente. È questa la frase che accompagnava un video realizzato durante il lockdown di marzo per raccontare come il nostro Ateneo, nello sforzo di salvaguardare il diritto allo studio di tutti i suoi ragazzi, non abbia lasciato indietro veramente nessuno. Protagonista era un ragazzo non udente, Mattia, il quale, grazie al servizio di interpretariato LIS che la nostra Università è riuscita a garantire anche nei mesi più bui dell’epidemia, ha potuto proseguire nello studio. Scoprirete la sua storia, assieme a quelle di Clizia, Camilla, Simone, Sara e Fabio, in questo primo volume di una collana che arriva in un momento molto difficile per tutti noi e che, proprio attraverso di loro, vuole rendervi partecipi di bellissime lezioni di vita, di dignità, di determinazione oggi particolarmente utili per tutti noi. Nell’introdurvi a questa collana, però, vorrei fare un rapido quanto fondamentale viaggio nel tempo. Sì, d’altronde, se oggi esiste questa collana è anche perché il 16 maggio 1998 un gruppo di studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale Geometri di Sesto Fiorentino presentò alla Camera dei Deputati una proposta di Legge in occasione dell’iniziativa Ragazzi in aula, una manifestazione varata per la prima volta nel 1997 con lo scopo di avvicinare le nuove generazioni ai meccanismi della democrazia parlamentare. Quella proposta divenne poi la Legge n. 17 del 28 gennaio 1999, che in una sola paginetta integrava la famosa Legge n. 104 del 1992, la quale dettava i principi del nostro ordinamento in materia di assistenza, integrazione sociale e diritti delle persone disabili. Poche, ma significative integrazioni specificatamente dedicate all’Università e che, tra le altre cose, imponevano che tutti gli Atenei nominassero un proprio docente Delegato per la disabilità – carica che ho ricoperto dal 2000 al 2015 all’Università di Pisa –. Per la prima volta, inoltre, venivano messe a disposizione delle risorse per realizzare un’inclusione drammaticamente inesistente all’epoca. La Legge 17 ha costituito un vero e proprio spartiacque: prima gli interventi a favore degli studenti disabili avevano carattere sporadico, estemporaneo, quasi sempre stimolati da richieste specifiche, con qualche rara eccezione; dalla sua approvazione in poi, invece, gli Atenei sono tenuti ad adottare un approccio di tipo sistematico in materia di integrazione e supporto agli studenti con disabilità. Pensate che nel 2000, quindi pochi mesi dopo l’approvazione della Legge 17, gli studenti con un’invalidità superiore al 66% presenti nel sistema universitario nazionale erano appena 4.000. Già dieci anni dopo, nel 2010, erano 15.000. Oggi, solo a Pisa, sono più di 900. I Delegati disabilità di alcuni Atenei, tra i quali l’Università di Pisa, compresero subito l’importanza di fare rete per favorire scambi di esperienze e buone prassi: dopo i primi incontri informali, fortemente voluti e promossi dal prof. Edoardo Arslan, illustre audiologo dell’Università di Padova scomparso nel 2013, nel 2001 nacque così la CNUDD, la Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità, di cui il prof. Arslan è stato il primo Presidente e che io stesso ho avuto l’onore di presiedere tra il 2009 e il 2015. La CNUDD ha fin da subito stilato delle Linee Guida a beneficio di tutti gli Atenei ed è il costante riferimento del Ministero per tutto ciò che riguarda l’attuazione di quanto previsto dalla Legge 17. Per questo, è al ricordo di Edoardo Arslan che desidero dedicare questa collana: per tutti noi che ogni giorno ci occupiamo di integrazione degli studenti disabili nelle Università italiane Edoardo è stato un vero e proprio padre. È grazie a persone come lui se oggi le Università italiane possono dirsi realmente inclusive e persone come Mattia, Clizia, Camilla, Simone, Sara, Fabio e tutti gli altri che verranno nei prossimi volumi di questa collana, possono raccontare la loro storia di studenti universitari.  https://progettidivita.unipi.it/
Gratuito

Una città dopo la peste

Impresa e mobilità sociale ad Arezzo nella seconda metà del Trecento

di Alberto Luongo

editore: Pisa University Press

pagine: 276

L’epidemia nota come Peste Nera, che tra 1347 e 1351 decimò la popolazione europea, è uno dei più noti eventi periodizzanti della storia medievale. Nonostante le numerose teorie che sono state elaborate dagli studiosi sulle sue conseguenze economiche e sociali, non sono molte le ricerche specifiche sull’argomento che abbiano come oggetto la realtà italiana. La città di Arezzo ha conservato un buon numero di registri notarili e commerciali risalenti alla seconda metà del Trecento, fonti che consentono di conoscere con un buon livello di dettaglio la vita economica dei suoi abitanti. Il volume ricostruisce le parabole di imprenditori, artigiani e salariati aretini che si resero protagonisti di percorsi di mobilità sociale nel contesto dei profondi mutamenti legati all’improvviso crollo demografico di metà secolo. Emerge così un quadro vivace e dinamiico fatto di nuove produzioni tessili, commerci su scala italiana e mediterranea e investimenti fondiari, che costituirono alcune delle più importanti risposte della comunità all’epidemia.
19,00

Parole ribelli

Storia di una frattura generazionale

di Alessandro Volpi

editore: Pisa University Press

pagine: 272

All’indomani della guerra e della Resistenza, la ribellione “senza motivo” degli adolescenti si sostituisce alla rivoluzione e alla partecipazione politica, diventando uno stile di vita che ha segnato la prima vera, netta frattura generazionale, e alimentando una dimensione giovanile originale e omnicomprensiva. I giovani degli anni Cinquanta emergono per la prima volta come soggetto sociale. Nascono così la musica per i giovani, la stampa per i giovani, la letteratura per i giovani, i fumetti per i giovani, l’arte per i giovani, che avevano il loro tratto distintivo proprio nell’utilizzo del linguaggio ribellistico, tanto affascinante quanto privo di contenuti riconducibili ai vocabolari del passato arrivando a comprendere i termini della disobbedienza. I ribelli degli anni Cinquanta nel loro edonismo, nella loro protesta senza giusta causa, nel loro consumismo esasperato e persino nella loro violenza senza senso, non anticipavano in alcun modo le rivolte degli anni Sessanta, in cui la prospettiva comunitaria era largamente prevalente su qualsiasi istanza individuale e, soprattutto, non avevano nulla a che fare con la ventata ideologica del 1968, di cui certo non costituirono in alcun modo la preparazione.    
18,00

Shem nelle tende di Yaphet

Ebrei ed ebraismo nei luoghi, nelle lingue e nelle culture degli altri

editore: Pisa University Press

pagine: 340

Questo volume contribuisce a delineare una mappa della percezione, reale e immaginaria, degli ebrei e dell’ebraismo in diversi tempi e spazi, con un approccio che supera le barriere settoriali. Al centro della ricerca stanno le relazioni tra mondo ebraico – nelle sue dimensioni di vita materiale, vita religiosa, lingua ed espressione culturale – e “mondi altri”, che talora intrattengono con la cultura ebraica rapporti fecondi, ma che producono anche modelli dell’“ebreo” variamente connotati in termini di tolleranza, di satira anche simpatetica o di aperta ostilità, sino all’antigiudaismo e all’antisemitismo. Questo complesso di relazioni è stato esaminato con affondi storici e geografici, entro e oltre i confini europei, e con indagini sull’immaginario collettivo, sulle rappresentazioni culturali e sui concreti prodotti letterari, teatrali, linguistici, artistici e musicali nei quali tali rappresentazioni prendono corpo.
23,00

Il Tempio crematorio di Pisa

Associazionismo igienista nell'Italia dell'Ottocento

di Adolfo Braccini, Sergio Castelli

editore: Pisa University Press

pagine: 208

La cremazione, antico rito pagano di sepoltura dei cadaveri, già in uso presso la civiltà dei Greci, degli Etruschi, degli Italici e dei Romani, poi rivalorizzato dalla rivoluzione francese, nel tempo è stato sempre contrastato dalla Chiesa cattolica fino al Concilio Vaticano II. In Italia lo sviluppo della cremazione si è realizzato nella seconda metà dell’Ottocento quando il diritto d’incenerimento fu negato a Giuseppe Garibaldi, eroe del Risorgimento. Le proteste popolari seguite alla mancata cremazione favorirono la costituzione delle società per la cremazione e di altre forme associative fra i lavoratori, gruppi di coesione rivolti essenzialmente alla formazione ed emancipazione del popolo. Tali aggregazioni furono subito bandite dalla Chiesa cattolica che in queste ravvisava nuclei di persone ribelli alla fede perché aderenti alla Massoneria e al nascente socialismo. Lo scontro tra cremazionisti e clero fu aspro e finì nel 1963, dopo settantasette anni di rifiuto dei sacramenti per chi aderiva alle società di cremazione. Frattanto le associazioni cremazioniste realizzavano il loro progetto edificando Templi crematori e pubblicizzando l’intervento “igienista” che il rito di cremazione ottimizzava. Per molti anni l’Italia è stata il paradigma europeo della scelta cremazionista. Oggi la composizione delle società di cremazione è fatta prevalentemente da donne a conferma dell’universalismo che caratterizza queste organizzazioni, dopo che le stesse sono state spesso maschili. Nel volume il caso di Pisa è analizzato sotto vari punti di vista: la morte di Giuseppe Mazzini, nonostante il Patriota genovese fosse contrario alla cremazione, rinsaldò l’associazionismo laico e democratico di Pisa, sul nerbo del quale nacque nel 1882, dopo la morte di Garibaldi, la Società pisana per la cremazione.  
15,00

La resilienza delle piccole città

Riflessioni teoriche e casi di studio

di Michela Lazzeroni

editore: Pisa University Press

pagine: 192

Quale ruolo possono avere le piccole città in un’economia che diventa sempre più globale e che si basa sulla conoscenza, sulla tecnologia, sulla cultura e sulla creatività con dinamiche di sviluppo nelle quali le grandi città appaiono favorite? A quali opportunità di sviluppo possono fare ricorso e a quale futuro possono aspirare le piccole città che sono state investite da processi di declino economico, di marginalizzazione e di contrazione demografica? Il volume cerca di dare risposte a questi interrogativi, adottando come chiave interpretativa il concetto di resilienza, intesa come capacità dinamica di un sistema territoriale di reagire agli eventi e ai cambiamenti, di enfatizzare le proprie caratteristiche distintive e di promuovere nuove traiettorie di sviluppo. L’attenzione si focalizza in particolare sulla resilienza delle piccole città con un passato industriale significativo, che si trovano negli anni più recenti ad affrontare crisi produttive e identitarie e a ripensare al proprio modello di sviluppo. Oltre a riflessioni di natura teorica e metodologica, il testo prende in esame tre casi di studio di piccole città a vocazione industriale: Sochaux-Montbéliard, situata nella Francia orientale, sede storica della Peugeot; Ivrea, localizzata in Piemonte, cresciuta intorno alla Olivetti; Pontedera, in Toscana, la città della Piaggio e della famosa Vespa. Da tali casi di studio emergono diversi percorsi soluzioni e strategie che costituiscono  materiale utile al dibattito scientifico e politico sul tema.  
19,00

La città delle nazioni

Livorno e i limiti del cosmopolitismo

editore: Pisa University Press

pagine: 400

Per effetto del portofranco e di un sistema istituzionale basato su un regime giuridico eccezionale, Livorno fu la città che, negli anni qui presi in considerazione, seppe trasformare, forse più di ogni altra al mondo, i conflitti e le differenze sociali, religiose, etniche e culturali in un modello di mediazione. Non senza pagare un caro prezzo, né commettere errori.Questo libro racconta, con la voce di quindici studiosi provenienti da cinque paesi diversi, le storie mai raccontate della città che scoprì, con tutte le sue luci e le molte ombre, il segreto della convivenza in una complessa società multiculturale.  
22,00

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