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Alessandro Volpi

Alessandro Volpi
autore
Pisa University Press

Alessandro Volpi insegna Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa. Si è occupato di storia dell'economia e della cultura nell'Ottocento e nel Novecento, pubblicando numerosi volumi dedicati alle diverse forme assunte dal mercato, con particolare riguardo all'editoria. Più di recente, alcuni suoi lavori hanno preso in esame i rapporti fra musica e politica nel contesto italiano. 

Titoli dell'autore

La musica non cambia

Tito Petralia e Vittorio Emanuele Bravetta, due autori popolari tra fascismo e repubblica

di Alessandro Volpi

editore: Pisa University Press

Il tema della continuità nella storia italiana del Novecento è stato molto studiato, in particolare sono
8,99

La musica non cambia

Tito Petralia e Vittorio Emanuele Bravetta, due autori popolari tra fascismo e repubblica

di Alessandro Volpi

editore: Pisa University Press

pagine: 120

Il tema della continuità nella storia italiana del Novecento è stato molto studiato, in particolare sono stati numerosi, e importanti, i lavori dedicati alla transizione dal fascismo alla Repubblica. Sono state relativamente poche invece le ricostruzioni che hanno avuto ad oggetto contesti specifici legati alla grande narrazione di massa, ai mass media e al fertilissimo mondo della canzone e della “letteratura commerciale”. Questo libro raccoglie le biografie di due personaggi, Tito Petralia e Vittorio Emanuele Bravetta, che incarnarono molto bene tale continuità avendo dato un contributo rilevante alla produzione diffusa di stereotipi destinati a passare dall’inizio del Novecento, al fascismo e alla Repubblica e a influenzare l’immaginario del nostro paese.
12,00

1980 Una lunga estate italiana

La musica che ha cambiato il consumo della politica

di Alessandro Volpi

editore: Pisa University Press

pagine: 226

Questo libro è un viaggio che dura un anno. Racconta, infatti, la storia di una parte rilevante del rapporto fra politica e musica nel corso del 1980, quando, forse per la prima volta in maniera organica, la politica si è occupata della musica, ed in particolare dei concerti.Il tema centrale è costituito proprio dai concerti degli artisti internazionali, che in quell’anno ritornarono finalmente in Italia, e di quelli italiani, a cominciare dai cantautori. Da allora, e per almeno una decina di anni, i concerti della musica “pop” sono stati utilizzati dalla politica per cercare consensi nuovi , soprattutto tra i giovani. Tuttavia, tale sforzo ha finito per rendere la politica stessa, per molti versi, dipendente da una spettacolarizzazione destinata a restare nel tempo.
18,00

Una singolare militanza

Luigi Russo "comunista liberale" attraverso le sue corrispondenze

di Alessandro Volpi

editore: Pisa University Press

pagine: 180

Luigi Russo è stato uno degli studiosi di letteratura più importanti nel panorama italiano della prima metà del Novecento. Ha vissuto con estrema intensità le grandi discussioni che hanno attraversato la comunità degli intellettuali del nostro Paese, partecipando a ruvidi scontri nelle commissioni per i premi letterari e a vere e proprie battaglie campali combattute attorno a recensioni e concorsi a cattedra. Ha avuto anche un ruolo politico tutt’altro che trascurabile, in particolare in relazione al Partito comunista e al suo quotidiano, «l’Unità», durante la direzione di Pietro Ingrao. Russo è stato, in tale ottica, un “comunista indipendente che aveva le qualità e le provenienze per assolvere alla funzione di costruire una cultura politica, “popolare” e accademica al contempo, in grado di avvicinare la militanza della sinistra italiana ad una dimensione “nazionale” del comunismo. Questo è il tratto che emerge da alcune corrispondenze in larghissima parte inedite del letterato siciliano, destinato ad apparire l’interprete in parte consapevole in parte involontario delle strategie di politica culturale del partito di Togliatti impegnato nella ricerca di una vocazione maggioritaria dove far confluire un esteso patrimonio dal liberalismo, al socialismo progressista, fino ad un pezzo del cattolicesimo.
14,00

Una singolare militanza

Luigi Russo "comunista liberale" attraverso le sue corrispondenze

di Alessandro Volpi

editore: Pisa University Press

Luigi Russo è stato uno degli studiosi di letteratura più importanti nel panorama italiano della prima m
10,99

Parole ribelli

Storia di una frattura generazionale

di Alessandro Volpi

editore: Pisa University Press

All’indomani della guerra e della Resistenza, la ribellione “senza motivo” degli adolescenti si
13,99

Parole ribelli

Storia di una frattura generazionale

di Alessandro Volpi

editore: Pisa University Press

pagine: 272

All’indomani della guerra e della Resistenza, la ribellione “senza motivo” degli adolescenti si sostituisce alla rivoluzione e alla partecipazione politica, diventando uno stile di vita che ha segnato la prima vera, netta frattura generazionale, e alimentando una dimensione giovanile originale e omnicomprensiva. I giovani degli anni Cinquanta emergono per la prima volta come soggetto sociale. Nascono così la musica per i giovani, la stampa per i giovani, la letteratura per i giovani, i fumetti per i giovani, l’arte per i giovani, che avevano il loro tratto distintivo proprio nell’utilizzo del linguaggio ribellistico, tanto affascinante quanto privo di contenuti riconducibili ai vocabolari del passato arrivando a comprendere i termini della disobbedienza. I ribelli degli anni Cinquanta nel loro edonismo, nella loro protesta senza giusta causa, nel loro consumismo esasperato e persino nella loro violenza senza senso, non anticipavano in alcun modo le rivolte degli anni Sessanta, in cui la prospettiva comunitaria era largamente prevalente su qualsiasi istanza individuale e, soprattutto, non avevano nulla a che fare con la ventata ideologica del 1968, di cui certo non costituirono in alcun modo la preparazione.    
18,00
 

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