Alessandro Volpi
Titoli dell'autore
1980 Una lunga estate italiana
La musica che ha cambiato il consumo della politica
di Alessandro Volpi
editore: Pisa University Press
pagine: 226
Questo libro è un viaggio che dura un anno. Racconta, infatti, la storia di una parte rilevante del rapporto fra politica e musica nel corso del 1980, quando, forse per la prima volta in maniera organica, la politica si è occupata della musica, ed in particolare dei concerti.Il tema centrale è costituito proprio dai concerti degli artisti internazionali, che in quell’anno ritornarono finalmente in Italia, e di quelli italiani, a cominciare dai cantautori. Da allora, e per almeno una decina di anni, i concerti della musica “pop” sono stati utilizzati dalla politica per cercare consensi nuovi , soprattutto tra i giovani. Tuttavia, tale sforzo ha finito per rendere la politica stessa, per molti versi, dipendente da una spettacolarizzazione destinata a restare nel tempo.
Una singolare militanza
Luigi Russo "comunista liberale" attraverso le sue corrispondenze
di Alessandro Volpi
editore: Pisa University Press
pagine: 180
Luigi Russo è stato uno degli studiosi di letteratura più importanti nel panorama italiano della prima metà del Novecento. Ha vissuto con estrema intensità le grandi discussioni che hanno attraversato la comunità degli intellettuali del nostro Paese, partecipando a ruvidi scontri nelle commissioni per i premi letterari e a vere e proprie battaglie campali combattute attorno a recensioni e concorsi a cattedra. Ha avuto anche un ruolo politico tutt’altro che trascurabile, in particolare in relazione al Partito comunista e al suo quotidiano, «l’Unità», durante la direzione di Pietro Ingrao. Russo è stato, in tale ottica, un “comunista indipendente che aveva le qualità e le provenienze per assolvere alla funzione di costruire una cultura politica, “popolare” e accademica al contempo, in grado di avvicinare la militanza della sinistra italiana ad una dimensione “nazionale” del comunismo. Questo è il tratto che emerge da alcune corrispondenze in larghissima parte inedite del letterato siciliano, destinato ad apparire l’interprete in parte consapevole in parte involontario delle strategie di politica culturale del partito di Togliatti impegnato nella ricerca di una vocazione maggioritaria dove far confluire un esteso patrimonio dal liberalismo, al socialismo progressista, fino ad un pezzo del cattolicesimo.
Una singolare militanza
Luigi Russo "comunista liberale" attraverso le sue corrispondenze
di Alessandro Volpi
editore: Pisa University Press
Luigi Russo è stato uno degli studiosi di letteratura più importanti nel panorama italiano della prima m
Parole ribelli
Storia di una frattura generazionale
di Alessandro Volpi
editore: Pisa University Press
All’indomani della guerra e della Resistenza, la ribellione “senza motivo” degli adolescenti si
Parole ribelli
Storia di una frattura generazionale
di Alessandro Volpi
editore: Pisa University Press
pagine: 272
All’indomani della guerra e della Resistenza, la ribellione “senza motivo” degli adolescenti si sostituisce alla rivoluzione e alla partecipazione politica, diventando uno stile di vita che ha segnato la prima vera, netta frattura generazionale, e alimentando una dimensione giovanile originale e omnicomprensiva.
I giovani degli anni Cinquanta emergono per la prima volta come soggetto sociale.
Nascono così la musica per i giovani, la stampa per i giovani, la letteratura per i giovani, i fumetti per i giovani, l’arte per i giovani, che avevano il loro tratto distintivo proprio nell’utilizzo del linguaggio ribellistico, tanto affascinante quanto privo di contenuti riconducibili ai vocabolari del passato arrivando a comprendere i termini della disobbedienza. I ribelli degli anni Cinquanta nel loro edonismo, nella loro protesta senza giusta causa, nel loro consumismo esasperato e persino nella loro violenza senza senso, non anticipavano in alcun modo le rivolte degli anni Sessanta, in cui la prospettiva comunitaria era largamente prevalente su qualsiasi istanza individuale e, soprattutto, non avevano nulla a che fare con la ventata ideologica del 1968, di cui certo non costituirono in alcun modo la preparazione.