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Quaderni della Fondazione Galilei

L'informatica musicale a Pisa

L'esperienza di Pietro Grossi

editore: Pisa University Press

pagine: 62

 In occasione dei cinquanta anni dall’istituzione a Pisa del primo curriculum italiano di studi in Informatica, l’ateneo celebra anche la nascita della computer music, giunta alla citta della torre grazie all’instancabile lavoro di sperimentazione di Pietro Grossi: un vi­sionario che agli inizi degli anni Sessanta ha immaginato come gli elaboratori elettronici potessero creare musica, se opportunamente programmati. È lui a incoraggiare la fonda­zione della Divisione di Informatica Musicale al CNUCE (Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico), e ancora a lui e al suo gruppo di lavoro si deve la costruzione del TAU2 (1975), sistema di sintesi del suono prodotto all’IEI (Istituto di Elaborazione dell’Informazione). La ricostruzione del lavoro svolto dal maestro si deve ad alcuni suoi collaboratori del pe­riodo al CNR, Leonello Tarabella e Graziano Bertini. Hanno contribuito alla stesura Carlo Raffaelli e Luca Doni, cultori delle esperienze musicali pisane. Hanno fornito preziose testimonianze i compositori Roberto Cacciapaglia e Alfonso Belfiore e il gallerista Delio Gennai. Ne esce un ritratto a tutto tondo dell’artista, e delle innovazioni portate avanti nei suoi anni pisani. Con il TAU2 i brani musicali si potevano memorizzare, comporre, rielaborare ed eseguire in tempo reale. Spotify era ancora lontano, ma con i suoni Grossi e i suoi collaboratori riuscivano già a muoversi nel futuro.
15,00

PRELIMINARY PROCEEDINGS OF THE THIRD INTERNATIONAL CONFERENCE ON THE HISTORY AND PHILOSOPHY OF COMPUTING (HaPoC 2015)

editore: Pisa University Press

pagine: 96

Computing machines, today, seems both ubiquitous and on the verge of disappearing. They evolve and metamorphose in everyday objects, from slates and phones to cars and watches, often, they become just part of the landscape. However, il was not always so; maybe, it not always be. The Third Conference on the History and Philosophy of Computing (HaPoC 2015), held in the Museum of Computing Machinery of University of Pisa, is the most apt event for addressing such musings. This volume contains the abstracts of the thalks presented during the symposium, and the polymorphism of computing is well displayed in the variety of contributes from the partecipants. The interest of the reseachers in this field display amazing variety and ingenuity, and HaPoc 2015 offers a rare opportunity to survey the current state of the art. Indeed, the conference brings together those researchers interested in the historical developments of computers as well as those reflecting on the sociological and philosophical issues related to computing. From the Middle Ages to the theoretical tendencies, the ground covered here is a large swath, ranging from logics and computability questions to the modelling of reality, from the historical antecedents of computing to topics related to the humanities and the arts.    
7,00

Dall'aritmometro al PC

La storia del calcolo personale nelle collezioni del Museo degli Strumenti per il Calcolo

editore: Pisa University Press

pagine: 120

I tablet e i notebook che portiamo sempre con noi...
14,00

La CEP prima della CEP

Divulgazione scientifica e didattica sperimentale. Atti del Convegno (Pisa 11-12 Novembre 2011)

editore: Pisa University Press

pagine: 176

Nel novembre del 2011 Pisa ha festeggiato i cinquanta anni dalla...
14,00

«Noi ci limiteremo a estrarre dal libretto i passi più curiosi»

Le edizioni italiane e francesi della “Grande Burla Lunare”

di Fabio Gadducci

editore: Pisa University Press

pagine: 52

Nell’agosto del 1835 “The Sun”, quotidiano newyorkese, inizia a pubblicare i resoconti di Andrew Grant, supposto aiutante del famoso astronomo John Herschel, in quegli anni intento a installare un telescopio al Capo di Buona Speranza. Proprio grazie a questo avveniristico strumento, Herschel intravede sulla superficie lunare la presenza di flora e fauna, e si accorge della presenza di alcuni abitanti… Opera del giornalista Richard Adams Locke, pensato dall’autore come un’opera satirica, il racconto avrà un’ampia fortuna, tradotto in molti paesi e accompagnato da varie litografie con al centro il Vespertillo Homo, abitante della Luna. Questo saggio ricostruisce il percorso che dagli USA ha portato il racconto in Italia, e rende conto del grande successo popolare che anche nel nostro paese arrise alla scientific novel di Locke.

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