Nei Gesta Berengarii Imperatoris sono tratteggiate figure storiche come Berengario del Friuli, il protagonista assoluto del poema, Arnolfo di Carinzia e Guido da Spoleto, filtrate attraverso la lente di un anonimo poeta di corte, forse identificabile in Ardingo, vescovo di Brescia.
Lo stile dell’opera è tendenzialmente alto, anche quando sono rappresentate cruente battaglie e le terribili ferite riportate dai condottieri, ed in ciò l’autore è aiutato dall’ampia conoscenza degli autori classici, specialmente di Virgilio. Sulla “marea” di fantaccini (o sul popolo nel caso dell’ampia descrizione dell'incoronazione a imperatore), svettano i comandanti delle varie schiere e, al massimo grado, Berengario e il suo avversario Guido.
L’Autore vuole trasmettere l'immagine ideale di Berengario come “pius rex”, come principe della pace che scende in guerra solo perché costretto dagli altri e invocato dal popolo. Molto interessante la connotazione “nazionale” conferita a Berengario, definito “heros italicus” mentre il suo avversario Guido è il “tyrannicus gallicus”.
I “Gesta Berengarii Imperatoris” rappresentano una testimonianza preziosa per comprendere in modo più ravvicinato uno tra i periodi più turbolenti e interessanti della storia medievale italiana a cavallo dei secoli IX e X.
Biografia dell'autore
Matteo Taddei
Matteo Taddei ha conseguito la Laurea Specialistica in Storia Medievale presso l’Università di Pisa, dove ha anche ottenuto la qualifica di Dottore di Ricerca. Dopo aver studiato le aristocrazie del regno d’Italia tra IX e X secolo, si occupa della traduzione di fonti altomedievali d’area tedesca e italica, e dello studio dell’età ottoniana nel suo complesso. Per questa collana ha già pubblicato la traduzione dei Gesta dell’imperatore Berengario I.