Presentazione del volume "Storia del diritto nobiliare italiano"
Dove
via degli Aldobrandeschi 190 Roma
Quando
sabato 19 dicembre 2015
dalle 10.30
alle 13.00
Inaugurazione A.A. 2001-2016
Diploma di perfezionamento in Diritto nobiliare, Scienze Araldiche e Cerimoniale"
sabato 19 dicembre 2015 ore 10,30

Ateneo pontificio Regina Apostolorum
Via degli Aldobrandeschi 190, Roma
Inaugurazione A.A. 2001-2016
Diploma di perfezionamento in Diritto nobiliare, Scienze Araldiche e Cerimoniale"
sabato 19 dicembre 2015 ore 10,30
Nell’occasione sarà presentato il volume:
“La storia del diritto nobiliare italiano” di Raffaello Cecchetti
Storia del Diritto Nobiliare Italiano
Raffaello Cecchetti
Parlando della storia del diritto italiano, nelle sue peculiarità legate all’esistenza degli antichi Stati preunitari, un grande storico del diritto (A. Marongiu) ha osservato che, dal momento che “la storia del diritto non è solo una storia tecnica di concetti e di precetti normativi, ma prima ancora di ciò storia dei rapporti umani che in tali norme hanno trovato disciplina” ne deriva che, come la storia del diritto pubblico è “storia della collettività, della sua organizzazione e della sua attività, non storia di rapporti interindividuali”, allo stesso modo si presenta la storia del diritto nobiliare. Abbiamo infatti sotto gli occhi una pluralità di “storie” che però vengono unificate proprio dall’aggettivo: storie “italiane” e cioè, parafrasando il già citato Autore, “tipicamente nostre” perché innestate nella “storia della collettività” italiana. Ciò spiega pertanto due scelte che abbiamo ritenuto di fare nel corso della stesura di questo lavoro: da una parte scrivere “le storie” dei vari diritti nobiliari che si sono sviluppati negli Stati della penisola prima dell’Unificazione del 1861, dall’altra inserirle in un contesto generale e unitario, partendo cioè dal quel grande crogiolo di popoli, consuetudini, passioni e idealità che è stato l’alto medioevo, e tenendo presente un concetto di Italia assolutamente diverso da quello che adesso noi consideriamo nei suoi confini politici attuali, perché comprensivo anche di tutte quelle aree territoriali che hanno “gravitato”, anche parzialmente, sulla “nazione e sulla cultura” italiane. Certo, alcune di queste aree hanno poi avuto una vicenda politica (e quindi culturale) diversa in età contemporanea, ma ciò non vuol dire “che non ci siano state” e che non abbiano portato il loro contributo (reciproco) alla grande storia del nostro grande Paese. Ne deriva quindi una specie di “fi lm a mosaico” che si dipana sotto gli occhi del lettore, con una miriade di colori e di sfaccettature che legano in una “unità nella diversità” i secoli che partono dall’alto medioevo e giungono fi no all’esperienza unificante della avventura napoleonica, premessa dell’Unificazione.
Inserisci un commento