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Mauro Ronzani

Mauro Ronzani
autore
Pisa University Press
Mauro Ronzani (Bologna 1953) è professore ordinario di Storia medievale nell’Università di Pisa. Si interessa sia di storia della politica e delle istituzioni, sia di storia religiosa. Questo piccolo libro segue a quelli dedicati a «Chiesa e civitas di Pisa nella seconda metà del secolo XI» (Pisa 1997) e a «Un’idea trecentesca di cimitero: la costruzione e l’uso del Camposanto di Pisa nel secolo XIV» (Pisa 2005)

Titoli dell'autore

San Torpè e San Paolino, martiri di Nerone

Passioni e culti fra Provenza, Pisa e Lucca (secoli IX-XIV)

editore: Pisa University Press

pagine: 102

La vicenda del martire Torpè, fatto uccidere a Pisa da Nerone, ci è raccontata da un testo scritto poco dopo l’834, per rivendicare la presenza del suo corpo nella località provenzale di Portus Sinus (oggi St. Tropez). Questa Passio arrivò in Toscana solo più tardi e attirò l’attenzione rivale di Pisa e Lucca.Il presule pisano Federico Visconti (+1277) collocò la testa di san Torpè, “ritrovata” qualche tempo prima, in una chiesa costruita accanto ai ruderi delle Terme romane.Lucca rispose contrapponendo alla Pisa pagana signoreggiata da Nerone la propria immagine di città cristianizzata dal “protovescovo” Paolino, il cui martirio fu descritto da un racconto esemplato sulla Passio di Torpè.
15,00

Ranieri, Benincasa e il Barbarossa

Peripezie di un culto nella Pisa dei secoli XII-XIV

di Mauro Ronzani

editore: Pisa University Press

pagine: 96

Ranieri, un laico pisano, visse a lungo come eremita e penitente in Terrasanta. Tornato a Pisa verso il 1153/54, vi acquistò fama di predicatore e guaritore, e morì il 17 giugno 1160. La sua vita, e i miracoli da lui compiuti prima e dopo la morte, furono messi per scritto nell’estate del 1161 dai canonici del Duomo di Pisa, dove egli era stato tumulato. Poco dopo, la città e la Chiesa di Pisa si trovarono di fronte ad una grave decisione: mantenere la stretta e vantaggiosa alleanza con l’imperatore Federico I Barbarossa significava togliere l’obbedienza a papa Alessandro III, e concederla al papa “scismatico” riconosciuto dal Barbarossa. Benincasa, canonico della cattedrale e vecchio “allievo” di Ranieri, fu il più deciso sostenitore di questa decisione e, per convincere i Pisani, nel 1165 riplasmò profondamente la biografia di Ranieri, facendone una sorta di “nuovo Gesù Cristo”, dotato dal Padre del potere di scacciare i demoni. La vita di Ranieri così rielaborata rimase l’unica fonte di informazione sulle azioni compiute da questo “santo”, che non fu mai “canonizzato” dalla Sede Apostolica, ma dalla seconda metà del secolo XIII tornò ad essere intensamente venerato dai Pisani. Le “peripezie” del suo culto si sarebbero concluse solo nel secolo XVII, quando Ranieri fu proclamato “patrono celeste” della città e della Chiesa di Pisa
10,00

 

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