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Medicina difensiva e diritto penale

Medicina difensiva e diritto penale

Abstract

Il volume affronta una delle tematiche più delicate in materia di...
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Il volume affronta una delle tematiche più delicate in materia di rapporti tra attività medica e diritto penale, secondo la particolare angolazione della c.d. medicina difensiva. Tale atteggiamento della classe medica evidentemente trova la sua origine in una giurisprudenza che, dopo un’iniziale larghezza di vedute, progressivamente è diventata sempre più severa nei confronti del trattamento medico-chirurgico sino addirittura a sconfinare dal tradizionale settore dei reati colposi fino alla preterintenzione e talvolta al c.d. dolo eventuale. Da qui indubbiamente lo svilupparsi di un atteggiamento difensivistico da parte della classe medica che, anziché rischiare un procedimento penale dagli incerti esiti e dalle conseguenze assai perniciose, ha preferito astenersi dall’intervenire. Va di contro rilevato come più di recente la giurisprudenza, segnatamente con la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite, ricorrente Giulini, ha cercato di costruire un più equilibrato rapporto tra istanze punitive e istanze garantistiche, ritenendo non integrante il fatto tipico del delitto di lesioni da parte del medico in particolare se l’esito dell’operazione è risultato favorevole anche se privo del consenso del paziente. Per evitare il perpetuarsi di questa situazione invero oscillante e per certi versi perniciosa per la classe medica, il c.d. governo tecnico a guida del Sen. Monti ha varato, attraverso l’allora Ministro della salute, il c.d. decreto Balduzzi, che ha reso penalmente rilevante l’operato del medico solo nell’ipotesi di colpa grave e a condizione che siano state osservate le linee guida e le buone pratiche cliniche. Questo decreto contiene tuttavia luci ed ombre di non poco momento tanto è vero che ha suscitato già un rinvio alla Corte costituzionale, poi respinto dalla stessa, ed un’oscillazione da parte della giurisprudenza della Suprema Corte, che a questo punto potrebbe meritare l’intervento delle Sezioni Unite penali.

 

Biografia dell'autore

Adelmo Manna

Adelmo Manna è attualmente Ordinario di diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Foggia. E’ autore, oltre che di numerosi saggi su argomenti di parte generale e speciale, nonché di diritto penale dell’economia, e di commenti giurisprudenziali apparsi su riviste specializzate, delle seguenti monografie:  “Profili penalistici del trattamento medico-chirurgico”, Milano, 1984; “Beni della personalità e limiti della protezione penale”, Padova, 1989; “Tutela penale della personalità”, Bologna, 1993; “L’imputabilità e i nuovi modelli di sanzione”, Torino, 1997; “La nuova legge sull’usura”, Torino, 1997; “Abuso d’ufficio e conflitto d’interessi nel sistema penale”, Torino, 2004. Ha inoltre partecipato a iniziative editoriali di carattere collettivo, tra le quali si segnalano, in particolare, fra le più recenti, i volumi dallo stesso curati, sui “Reati contro la persona”, Torino, 2007; “Materiali sulla riforma dei reati contro la Pubblica Amministrazione, Padova, 2007 e “Corso di diritto penale dell’impresa”, Padova, 2010. E’ anche autore del “Corso di diritto penale”, 2°, Padova, 2012, ed è altresì con-direttore assieme ai colleghi Cadoppi, Canestrari e Papa, del “Trattato di diritto penale”, Torino, edito dal 2008 in poi, che comprende sinora sia la parte speciale che la parte generale del codice penale. Quanto alle Riviste è con-direttore di “Archivio penale” e de “La Corte d’Assise”, nonché componente del comitato scientifico de “La giurisprudenza di merito”. E’, infine, componente del collegio dei revisori della rivista “La giurisprudenza italiana” e della “Rivista trimestrale di diritto penale dell’economia”.

 

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